Si poteva evitare la morte del Ciclista Michele Scarponi?

 

Michele Scarponi é stato investito ad un incrocio con un auto che non gli ha dato la precedenza perché non si é fermata al cartello di STOP. Già qui ce un primo punto di riflessione.

Il segnale di STOP impone che il mezzo si fermi prima di immettersi nella intersezione, indipendentemente che ci siano veicoli a cui dare la precedenza. Da quanto raccontato dalla stampa l'investitore ha ritenuto che non ci fossero mezzi a cui dare la precedenza e ha tirato dritto senza fermarsi: se si fosse fermato, almeno qualche secondo, avrebbe potuto accorgersi dell'arrivo della bici.

Nel corso degli ultimi decenni lo STOP ha perso la sua valenza imperativa per gran parte degli Automobilisti e viene percepito equivalente al segnale di dare la precedenza che invece non impone l'arresto del veicolo.

Un vecchio adagio dice La gente fa quello che gli si lascia fare e il fatto che non si vedano mai pattuglie della polizia ferme ad un incrocio con lo STOP per multare gli indisciplinati ha favorito il diffondersi della succitata violazione. Negli Stati Uniti chi non si ferma allo STOP, viene multato pesantemente e li ci si ferma eccome!

L'investitore afferma di non aver visto il Ciclista perché abbagliato dal sole. L'indagine stabilirà se una giustificazione plausibile, quello che é certo é che in certi casi il problema dell'abbagliamento degli Automobilisti mette in grande pericolo Ciclisti e Pedoni. Gli Automobilisti prudenti e consapevoli dei rischi di guidare con il sole in faccia riducono la velocità al massimo e guidano stando verso il centro della strada in modo che se anche vi fosse un Ciclista che pedala vicino al ciglio e non lo vedono non gli vanno addosso.

In questo incidente, invece, l'investitore non solo non si ferma allo STOP ma confessa che era abbagliato dal sole: a maggior ragione doveva fermarsi!!

Come può difendersi il Ciclista da tale pericolo?

Se il Ciclista pedala abbagliato dal sole anche gli automobilisti che lo seguono sono abbagliati e quindi rischia grosso: o si ferma, o cambia strada, o pedala sul marciapiede oppure si affida al suo santo protettore. Cosa diversa se solo l'Automobilista che si muove controluce, situazione che presumibilmente c'era nel momento dell'incidente di cui stiamo parlando perché bici e auto ad un incrocio si trovano a circa 90 gradi tra loro quindi solo uno dei due soggetti può essere in controluce.

In tali casi, un generico Ciclista, non in allenamento come quello di cui stiamo parlando, in prossimità dell'incrocio, ove gli Automobilisti gli devono dare la precedenza, se si accorge che hanno il sole in faccia, può rallentare e scampanellare o fare un fischio in modo da attirare la attenzione e stare pronto a inchiodare la bici se si accorge che l'auto non si ferma per farlo passare perché non l'ha visto.

Ritornando al povero Michele Scarponi non si può pretendere che in allenamento si comporti ad ogni incrocio come sopraddetto perché se no si troverebbe a pedalare come un comune Ciclista che va a spasso ma ce da chiedersi se sia giusto che un Professionista in allenamento non abbia un'auto davanti a se che lo protegga.

Non lo sapremo mai ma Michele, nel tratto in cui stato investito, stava allenandosi facendo uno sprint? In questa situazione il busto é parallelo al piano stradale e gli occhi vedono la strada davanti alla ruota al massimo un metro come si vede da foto sotto. Questa posizione di guida non é particolarmente rischiosa in gara, ove la strada é occupata solo da Ciclisti ma totalmente incompatibile con il traffico stradale dove é imperativo che il Ciclista veda bene e lontano la strada davanti a se per poter fronteggiare qualsiasi imprevisto.

Dall'analisi di questo incidente emergono almeno tre spunti per rivedere le norme:

1) Multare pesantemente e ritiro della patente per almeno tre mesi per chi non si ferma allo STOP, anche se non passano auto.

2) Togliere qualsiasi giustificazione all'Automobilista che crea un incidente perché abbagliato dal sole: in tali circostanza l'Automobilista ha il dovere di regolare la velocità sino a passo d'uomo se le circostanze lo richiedono.

3) Rivedere la normativa, ammesso che esista, per gli allenamenti su strada. Oggi tutti i Ciclisti sanno che rischioso pedalare in Italia, figuriamoci per chi si allena per fare delle competizioni.

Qui non si conoscono le regole o consuetudini che vigono nelle squadre di ciclismo agonistico ma appare quantomeno discutibile che quando si vedono giovani gruppi di adolescenti in allenamento la automobile di supporto stia dietro ai Ciclisti, non sarebbe meglio che stesse davanti e l'Autista con una paletta fermasse le situazioni critiche?


Riferimenti:

 
http://www.pezcyclingnews.com/features/michele-scarponi-photo-tribute/

 
http://www.studiocataldi.it/news_giuridiche_asp/news_giuridica_15380.asp

 
 
 

Articolo 2671 verificato al 2022-09-19 categoria: Dal Web

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