FERMATE LA FOLLIA DI VACCINARE PER UNA MALATTIA CHE NON UCCIDE QUASI PIÙ”, PROF. PERRONNE AI DEPUTATI DI LUSSEMBURGO

 

Il 12 gennaio scorso il Parlamento di Lussemburgo, che sta discutendo sull’introduzione dell’obbligo vaccinale per i cittadini con più di 50 anni, ha ascoltato il professor Christian Perronne, medico e docente universitario francese specializzato in malattie infettive, ex presidente della Commissione malattie infettive del Consiglio superiore della sanità pubblica francese. In questa funzione, per quindici anni, il professor Perronne ha consigliato diversi governi francesi sulla gestione delle crisi sanitarie e dell’epidemie. Per anni è stato anche presidente del Comitato tecnico sulle vaccinazioni, dunque è l’uomo che ha presieduto la politica vaccinale della Francia.
“Non sono un no vax, ma un convinto sostenitore dei benefici delle vaccinazioni”, ha dichiarato il professore dinanzi ai deputati lussemburghesi.

“In questa crisi abbiamo calpestato la scienza e il diritto”, ha detto l’infettivologo, che ha denunciato i conflitti di interesse degli esperti governativi con l’industria farmaceutica.
Secondo il professore “tutte le decisioni che i governi stanno prendendo non hanno fondamento scientifico”. “Quando hanno mostrato prove scientifiche, queste si sono rivelate delle frodi”. Perronne ha ricordato lo scandalo della celebre rivista The Lancet, che aveva pubblicato uno studio, rivelatosi poi falso e fraudolento, ma sulla cui base fu bloccato in tutto il mondo l’utilizzo dell’idrossiclorochina nella cura del Covid.
“Il governo francese negli ultimi due anni ha destinato 3 miliardi di euro ai principali mezzi di comunicazione”, ha detto Perronne, “con tre miliardi di euro, avremmo potuto costruire ospedali”.

Ma il più grande scandalo di questa epidemia, secondo Perronne, è di averci fatto credere che questi siano vaccini. “Non sono affatto vaccini: non impediscono il contagio, non impediscono le forme gravi. Nei Paesi che hanno vaccinato di più, oltre il 90% delle persone in terapia intensiva hanno la doppia o tripla dose. Dobbiamo fermare questa follia di voler vaccinare per una malattia che non uccide quasi più”.

Ciò che ha profondamente scioccato il professore, come specialista di vaccini, sono i tempi rapidissimi con cui i sieri covid sono stati autorizzati. “Un vaccino impiega normalmente dieci anni per essere autorizzato”. “Dopo altri dieci anni dall’autorizzazione definitiva, cioè dall’autorizzazione all’immissione in commercio, un vaccino può essere autorizzato per le donne in gravidanza. Qui tutto è stato fatto in pochi mesi”.
“L’EMA, l’Agenzia europea dei medicinali, ha dato l’autorizzazione, pur dichiarando di non conoscere la completa composizione di questi vaccini”.
I sieri covid beneficiano di un’autorizzazione all’immissione in commercio condizionata, “che può essere ottenuta solo se si dimostra che non esiste una cura efficace, eppure esistono centinaia di pubblicazioni scientifiche che dimostrano l’esistenza di terapie efficaci”, ha ricordato il professor Perronne, citando il caso dell’India, in cui l’epidemia si è arrestata da quando hanno interrotto la campagna di vaccinazione di massa e utilizzato protocolli di cure valide.

I dati ufficiali, citati da Perronne, mostrano infatti che la situazione epidemiologica è più grave proprio nei Paesi che hanno vaccinato di più.
“Dai database ufficiali”, ha detto l’infettivologo, “sappiamo che il vaccino ha ucciso 36mila persone in Europa, 25mila in Stati Uniti, tra cui centinaia di atleti. Gli oncologi negli Stati Uniti hanno dichiarato che c’è stato un aumento di tumori dopo l’inizio della vaccinazione”.

Dal punto di vista del diritto imporre come obbligatorio un vaccino ancora in fase 3 di sperimentazione è un crimine punito dal Codice di Norimberga. “I parlamentari che votano a favore di un obbligo possono essere perseguiti a titolo personale penale dinanzi a un tribunale internazionale”.
Il professor Perronne ha anche detto che ci sono più casi di bambini che muoiono a causa del vaccino che per il covid. “Conosco personalmente una ragazza di 17 anni e una di 20, morte 8 giorni dopo il vaccino per infarto del miocardio e embolia polmonare. Nella mia carriera non ho mai visto un infarto del miocardio all’età di vent’anni”, ha dichiarato il medico.
La richiesta ufficialmente pronunciata da Perronne dinanzi ai parlamentari lussemburghesi è di sospendere la campagna di vaccinazione di massa: “una moratoria che consenta di far luce su questi vaccini, i cui effetti potranno essere valutati soltanto tra molti anni”, ha concluso l’accademico francese.


 
 
 

Articolo 4513 verificato al 2022-01-20 categoria: Dal Web