Come difendersi dai camion quando si pedala, testimonianza di un vecchio ciclista

 

Siamo nell'anno 2023 e il susseguirsi a distanza ravvicinata di investimenti di ciclisti da parte di camion crea allarme e tutti si sentono di proporre la loro ricetta per risolvere il problema per cui credo ci possa stare anche la testimonianza del sottoscritto che pedala dagli anni 80 percorrendo, sino al 2000, le strade più infernali dell'area di Milano, tutto l'anno, con pioggia, buio e nebbia.

Oggi sono sempre sulla strada ma sto alla larga dalla città di Milano non avendo più la necessità di recarmi per lavoro.

L'anno 2000 é un interessante spartiacque perché c'è un prima e un dopo per la sicurezza dei ciclisti.

Prima il Ciclista era rispettato sulla strada, nessuno aveva gli occhi sempre puntati sul cellulare e in generale c'era maggiore attenzione per la vita propria e altrui.( Ho pedalato su strade intercomunali strette e quando di sera c'era la nebbia avevo dietro di me una lunga fila di auto che non si fidavano a sorpassami, oggi questo non é inimmaginabile, ti sorpassano e basta, vada come come vada).

Dopo il 2000 é cambiato il mondo perché la guida é distratta dai vari device, alcol, droga, il diffondersi di stili di guida tendenti al rischio rendono la situazione veramente critica.

La prima considerazione che faccio é che se avessi oggi 40 anni di meno non ripeterei l'esperienza di andare a lavorare in bici a Milano percorrendo 60 km al giorno :é troppo rischioso.

Sono comunque sempre sulle strada ma sto nella mia amata Brianza dove anch'essa non é priva rischi ma ritengo più gestibili. Se sono qui a scrivere lo devo certamente al mio santo protettore perché di rischi ne ho corsi tanti ma posso anche affermare che c'è l'ho messa tutta per non non lasciare la giovane moglie vedova e tre bambini senza Papà. A seguito di ogni rischio corso, infatti, sono ritornato nei giorni successivi per studiare la dinamica e intraprendere le necessarie azioni correttive. Faccio un esempio banale: quando mi é capitato di transitare vicino ad auto parcheggiate e una portiera si apre all'improvviso e riesco a scansarla per miracolo decido di pedalare distante dalle auto parcheggiate tutte le volte che posso e quando non posso gli occhi sono fissi sulle portiere un modo che se si dovesse aprire la possa scansare.

Arriviamo ai famigerati camion. Essi hanno costituto un pericolo da sempre per il ciclista ma, per i motivi citati sopra, ora si é aggravato.

Mi riferisco alla strada rettilinea prima del fatidico anno 2000: non si correvano particolare rischi perché, come già detto per le auto, non sorpassavano se non c'era adeguata distanza di sicurezza. Ero arrivato anche a fare una graduatoria: i più scrupolosi erano i TIR esteri, poi venivano i TIR nostrani che ogni tanto qualche sorpasso un azzardato lo facevano e da ultimo venivano i grossi camion per il trasporto dell'immondizia e betoniere che non so perché ti superavano sempre a distanza ravvicinata. Oggi questa situazione é peggiorata per i motivi già esposti e quindi si corrono dei rischi anche sui rettilinei. Al riguardo non é che il ciclista non possa fare nulla, alcune cautele sono possibili, leggere primo link sotto.

I punti veramente critici dove il Ciclista rischia grosso sono gli incroci e le rotatorie. Anche qui non deve aspettarsi soluzioni miracolose come le telecamere sui camion che gli salvino la pelle perché egli può fare molto per tutelarsi usando il cervello per prevedere le situazioni di rischio. Faccio un esempio per tutti:

camion fermo al semaforo, ciclista arriva dopo sorpassandolo da destra, infilandosi cioé tra camion e maricapedi, si mette a fianco del camion, scatta il verde, il camion gira a destra e l'anima bella, non considerando minimamente che il camionista potrebbe non averlo visto, tira dritto e va al cimitero. Non occorre essere dei geni per immaginare che il camionista può non aver visto il ciclista arrivare e allora cosa fare? Il ciclista sta fermo sino quando il camion si é mosso per vedere dove va oppure approfitta del rosso e si porta avanti sotto il semaforo e oltre sino a quando vede il volto del camionista: può stare certo che cosi facendo alla sera torna a casa a dormire.

Conclusione: la sicurezza del ciclista non dipende solo dagli altri ma anche da lui che deve metterci del suo.

Mi riferisco in particolare a tre fattori che vedo in gran parte assenti tra la maggioranza dei ciclisti e che invece sono la ABC della sicurezza, mi riferisco a:

USO DEL CASCO - Non salva la vita sempre ma riduce o azzera gli effetti di incidenti.


SPECCHIETTO SULLA BICI- E' fondamentale per capire in anticipo cosa succede alle nostre spalle. Le auto ne hanno 3 di specchietti perché la bici non ne deve avere neppure 1?

ABITI SGARGIANTI e GIUBBINO RIFRANGENTE SEMPRE : il ciclista che non segue la moda del nero ma indossa abiti sgargianti e il giubbino rifrangente, anche di giorno, viene meglio visto dai distratti, drogati e ubriachi.


Riferimenti:

 
http://www.ciclistaurbano.net/bicicletta_detail.php?id=2398

 
http://www.ciclistaurbano.net/bicicletta_detail.php?id=132

 
http://www.ciclistaurbano.net/bici_rotatoria.html

 
http://www.ciclistaurbano.net/bici_strade_extraurbane.html
 
 
http://www.ciclistaurbano.net/bici_strade_extraurbane.html

Articolo 5230 verificato al 2023-05-10 categoria: Circolazione stradale